fbpx
Skip links

Lo Storytelling incontra il Design Thinking: come usare 10 slide per una presentazione di successo

Come una piccola impresa del Nord Est ha avuto grande successo presentando un caso di studio alla platea di una grande compagnia Americana, utilizzando un semplice modello di storytelling con sole 10 diapositive

***

Tutto nella storia dell’umanità è nato con una storia. Non è possibile raggiungere il successo con una comunicazione scadente. La tua idea d’impresa, il discorso al matrimonio del tuo migliore amico, la volontà di organizzare un viaggio di gruppo in Giappone hanno qualcosa in comune: una narrazione.

Se sei un amministratore d’impresa che vuole raccontare al meglio la visione e la missione dell’azienda, un direttore marketing che ha bisogno di potenziare la strategia di branding, un direttore finanziario di una startup desideroso di perfezionare il pitch per gli investitori per raccogliere più investimenti o un responsabile di dipartimento che vuole convincere il consiglio di amministrazione a supportare un nuovo progetto, ti consiglio di continuare a leggere questo post.

Qui parleremo di storytelling, nello specifico come creare una “spina dorsale comunicativa” capace di aiutare la costruzione di un discorso efficace, spiegando come il design thinking può essere d’aiuto per semplificare con struttura ed ordine questo percorso.

Vedrai un caso di successo guidato da un approccio focalizzato sulle più opportune priorità nel progetto, sempre con il principio di Pareto in mente.

Zulu + MOLO17 per Couchbase Connect 2020
Zulu + MOLO17 per Couchbase Connect 2020

Contesto di business e pubblico di riferimento

MOLO17 è una software house per lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia, con sede a Pordenone, Friuli Venezia Giulia. Con 8 anni di esperienza, 30 persone nel team e clienti di riguardo come Intesa Sanpaolo, l’azienda è un bell’esempio di piccolo impresa innovative capace di affrontare e vincere sfide complesse.

MOLO17 ha una partnership con Couchbase, enterprise Americana leader dei database NoSQL, multinazionale che supporta clienti dall’elenco dei Fortune 500 nel potenziamento delle infrastrutture IT con strategie evolutive legate ai big data.

Couchbase, che ha raccolto investimenti per più di 100 milioni di dollari nel Maggio 2020, per scalare globalmente la sua organizzazione già composta da 500 impiegati che stanno sviluppando un Database-as-a-Service di tipo NoSQL in cloud con approccio mobile first, promuove ogni anno un evento chiamato Couchbase Connect, una conferenza per sviluppatori software che permette a migliaia di utenti Couchbase nel mondo di incontrarsi e scoprire le ultime novità sull’azienda ed i suoi prodotti.

MOLO17 nell’Ottobre 2020 ha avuto l’opportunità di raccontare dal palco virtuale di questo evento come ha utilizzato Couchbase insieme a Zulu Medical, partner healthcare italiano.

 

Breve storia del caso di studio

Zulu Medical è una startup con sede a Treviso, in Veneto. La sua visione è migliorare le comunicazioni sul campo per i servizi di emergenza medica, così da salvare più vite. La missione riguarda la costruzione di una soluzione digitale end-to-end per innovare le capacità delle ambulanze.

MOLO17 è stata incaricata di sviluppare il lato digital di Zulu .E, la soluzione per risolvere gli errori di comunicazione e le pratiche cartacee nei processi EMS. Zulu .E è un tablet rinforzato capace di raccogliere informazioni in tempo reale dall’ambulanza a riguardo del paziente trattato, per spedirle immediatamente all’ospedale di destinazione della missione.

Foto di un infermiere in ambulanza mentre utilizza Zulu .E per monitorare lo stato di salute di un finto paziente a bordo
Foto di un infermiere in ambulanza mentre utilizza Zulu .E per monitorare lo stato di salute di un finto paziente a bordo

MOLO17 ha deciso di utilizzare la soluzione di Couchbase per fornire a Zulu Medical un database affidabile, progettato per applicazioni primariamente in mobilità e capace di performare molto bene anche in condizioni difficili, come ambienti con connessione dati carente o non disponibile.

Questo caso di studio è stato considerato stimolante da Couchbase, quindi hanno deciso di invitare MOLO17 a presentare l’esperienza durante la convention per sviluppatori software Connect.

 

Come disegnare una “dorsale comunicativa”

Daniele Angeli, CEO di MOLO17, aveva il compito di presentare il caso di studio. Ha quindi deciso di avvalersi del mio support per strutturare un modello narrativo da cui partire.

Dopo aver compreso adeguatamente contest, progetto e pubblico, ho suggerito di utilizzare la 10/20/30 rule evangelizzata da Guy Kawasaki. É prezioso citare la pagina Wikipedia di questo Maestro dello Storytelling per comprenderne il valore: “Guy Kawasaki, nato il 30 Agosto 1954 negli USA, è un esperto di marketing, autore e investitore finanziario della Silicon Valley. É stato uno dei dipendenti Apple originariamente responsabili del marketing per la linea di computer Macintosh nel 1984. Ha popolarizzato il termine “evangelista” nel curare il marketing per Macintosh, definendosi un “Apple evangelist”, e più in generale il concetto di evangelizzazione nel marketing e nella tecnologia in generale.

Se non hai mai visto I principi chiave della regola 10/20/30, ti suggerisco di partire da qui.

 

  • Dieci slides. Dieci è il numero ottimale di diapositive in una presentazione Power Point perchè un essere umano normale non può comprendere più di dieci concetti in un meeting. Se devi utilizzare più di dieci slides per spiegare il tuo progetto di business, probabilmente hai un problema nel focalizzare le tue priorità
  • Venti minuti. Dovresti poter illustrare le tue dieci slide in venti minuti. Certo, hai probabilmente un’ora a disposizione, ma se utilizzi un portatile Windows ci metterai quaranta minuti solo a far funzionare il proiettore 🙂 Anche se la tecnologia dovesse collaborare, le persone potrebbero arrivare in ritardo o dover concludere in anticipo. In un mondo perfetto, la tua presentazione dura venti minuti e ti restano quaranta minuti per discuterla interagendo con i presenti
  • Trenta punti (font). La maggioranza delle presentazioni che ho visto ha testo scritto con un font da dieci punti. Risulta compresso nelle slide quanto più testo possibile, che viene solitamente letto dal presentatore. Ad ogni modo, appena nel pubblico realizzano che stai semplicemente leggendo, iniziano a leggere in anticipo, perchè possono leggere più velocemente di quanto tu possa parlare. Il risultato è che tu e il tuo pubblico andate fuori fase

 

Per me, questa regola è ottima perchè “obbliga” a focalizzarsi sulla semplicità: con dieci concetti e poche parole, la chiarezza emerge automaticamente.

 

10 concetti per costruire il tuo flusso narrativo

Selezionare i titoli per definire i concetti può variare in funzione di contest, progetto e pubblico, ma possiamo generalizzare con un modello a “taglia unica”. Questa generalizzazione deriva dall’obiettivo principale che ha spinto Guy Kawasaki a creare la regola 10/20/30, ovvero aiutare i fondatori di startup a fare degli eccellenti pitch di fronte ai loro investitori. Questo tipo di relazioni sono molto interessanti, perchè quando un investitore ha necessità di decidere dove mettere il suo capitale non c’è spazio per zone grigie. L’ambizione più elevata in questi pitch deck è raccontare a 360 gradi una storia convincente che lasci il pubblico senza dubbi di comprensione dopo un monologo di qualche minuto.

Questo approccio aiuta molto ad avere una visione dall’alto omnicomprensiva, focalizzandosi sulle priorità più importanti con principio 80/20, perciò avere in mente i seguenti 10 titoli è una ottima linea guida di partenza.

 

  1. Problema
  2. La tua soluzione
  3. Modello di business
  4. Magia / Tecnologia sottostante
  5. Marketing e vendite
  6. Concorrenti
  7. Squadra
  8. Proiezioni e obiettivi
  9. Stato lavori e cronoprogramma
  10. Riassunto e richiesta di azione

 

Approfondimento: punti chiave delle slide

Nel documento di Google Slides incluso sopra puoi vedere il canovaccio finale con tutte le 11 diapositive (si, c’è sempre spazio per un po’ di creatività e tolleranza in modo da modellare regole personalizzate =).

Insieme al CEO Daniele, abbiamo strutturato la “dorsale comunicativa” in un workshop di 4 ore, seguendo questo flusso:

  1. Presentazione: emergenza in mobilità
    1. Sottotitolo: comunicazione Ambulanze <> Ospedali
  2. Problema: meno dati = più decessi
    1. Priorità: poche informazioni dal campo
    2. Obiettivo: aumentare la conoscenza del paziente
  3. Proposta di valore: 3 priorità
    1. Prendere decisioni salvavita
    2. Arricchire presa in carico in Pronto Soccorso
    3. Abilitare coordinazione medica con IoT
  4. Magia: 3 priorità
    1. Streaming segnali vitali
    2. Condivisione del contesto in tempo reale
    3. User experience per condizioni estreme
  5. Architettura: flusso mobile d’avanguardia
    1. Punto di accesso unificato
    2. Supporto controllo accessi offline
  6. Approfondimento architettura
    1. Progettazione schema logico
  7. Integrazione: 3 priorità
    1. Schiller’s Android SDK
    2. Accesso con braccialetto NFC
    3. Gestione emergenza “figitale” multi-fornitore
  8. Obiettivi: aumento integrazioni hardware
    1. 2021: supporto peer 2 peer Couchbase
    2. 2022: vision = modello predittivo con AI
  9. Risultati: 5 ambulanze installate in Ottobre 2020
    1. +100 in pipeline
    2. erogati 1200 giorni uomo in 5 mesi
  10. Squadra: partner Couchbase dal 2015
    1. 7 progetti basati su Couchbase
    2. 3 startup create che utilizzano Couchbase
  11. Contatti e ringraziamenti

 

Questi punti sono il risultato di un brainstorming creativo, dove il CEO Daniele ha messo sul tavolo la sua visione del progetto mentre io supportavo il processo facilitando la strutturazione delle giuste informazioni nel modello delle 10 slide.

Parentesi divertente: la mentalità e l’approccio del design thinking hanno aiutato molto l’esecuzione del workshop. Abbiamo usato pennarelli colorati per disegnare 10 box nelle vetrate dell’ufficio di Daniele, prioritizzando con un codice colore le informazioni chiave elencate in precedenza. Visualizzare lo schizzo prendere forma mentre si discuteva come progettare la storia è stato cruciale per sbloccare le nostre migliori idee.

 

Risultato: uno storytelling di successo internazionale, condiviso dal CEO di Couchbase

Nel video qui sopra, puoi apprezzare il pitch integrale del CEO di MOLO17 Daniele Angeli all’evento Couchbase Connect 2020 – il link alla pagina aziendale ufficiale è disponibile qui.

 

La narrazione è stata un grande successo per tre ragioni:

  1. Couchbase ha pubblicato un post su Medium con questo storytelling
  2. il CEO di Couchbase Matt Cain ha deciso di condividere la storia nel suo profilo LinkedIn
  3. dopo l’evento, il connector di MOLO17 è stato ufficialmente inserito nel sito di Couchbase

 

Conclusioni

Riassumendo una conclusione per questa esperienza, possiamo sintetizzare tre macro priorità:

  1. Focus and chiarezza nella comunicazione sono essenziali
  2. Lo storytelling è uno strumento di marketing eccellente per divulgare comunicazione di successo
  3. Il design thinking conferisce superpoteri per scolpire la struttura ossea di qualsiasi storia

 

DITEDI, in collaborazione con Riccardo Mazzolo, Innovation Manager del Cluster, offre alle aziende del comparto ICT l’opportunità di essere supportate mediante servizi di consulenza multidisciplinare come quello descritto in questo articolo, focalizzati su strategia, marketing e vendite e guidati dalle metodologie di design thinking. Per saperne di più, visita la pagina Servizi del sito oppure contatta il Cluster mediante l’apposito form.