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FVG Digitale, il report di DITEDI: Investire in formazione e nella sostenibilità per lo sviluppo dell’ICT

Un’innovazione “aperta” attraverso la creazione di sistemi in cui le imprese possono collaborare, un orientamento più marcato, che si declini poi in azioni concrete, rivolto alla sostenibilità, ricordando che a sostenibilità e digitale sono destinate le risorse del Recovery plan. E infine, non per importanza, favorire lo sviluppo di competenze e la loro permanenza sul territorio, lavorando in un’ottica di lungo periodo, iniziando dall’orientamento per arrivare a definire azioni di sistema regionale. È Fabiano Benedetti, beanTech, a indicare le direttrici verso le quali il mondo dell’ICT del Friuli Venezia Giulia deve impegnarsi per affrontare il futuro. Lo ha fatto nel corso della presentazione del primo rapporto dedicato alle imprese digitali della regione, avvenuta a metà fra il “fisico” – nella sala consiliare del Comune di Tavagnacco – e l’online, promosso dal Cluster DITEDI e realizzato da docenti delle università di Udine e di Trieste.

All’evento hanno partecipato il presidente di DITEDI Mario Pezzetta, Francesco Contin, project manager del Cluster, Maria Chiarvesio dell’università di Udine che ha illustrato i dati della ricerca (realizzata con Guido Bortoluzzi, UniTs e Raffaella Tabacco, UniUd). Testimonianze aziendali sono arrivate da Andrea Virgilio, CEO di Heply, Mattia Ciprian, CEO di Modefinance, Daniele Angeli, CEO di Molo17, Paolo Santin di Tempestive, Diego Minen di VI-Grade.

Il rapporto ha fotografato la crescita del settore in Friuli Venezia Giulia, comparto che ha ottime chance di ulteriore sviluppo trainato da una domanda di servizi digitali destinata ad aumentare. Non a caso Microsoft  ha deciso di avviare il suo primo data center in questo Paese a cui ha destinato investimenti per 1.5 miliardi di dollari, ha ricordato Vieri Chiti, director channel & partner di Microsoft Italia, con l’obiettivo di contribuire alla crescita del Paese. Il colosso USA è cambiato profondamente negli ultimi 19 anni – ancora Chiti – modificando la propria strategia. Da “chiusa” è diventata “aperta” acquisendo una mentalità da start up. E i risultati sono evidenti anche nel business: cresciamo meglio del mercato, ha concluso.

(Messaggero Veneto)

 

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