Professionisti del digitale e lavoro da remoto: come trattenere i talenti
Come cambiano le aspettative di chi lavora nel settore ICT alla luce della diffusione del lavoro da remoto e della crescente concorrenza internazionale?
A questa domanda ha cercato di rispondere l’incontro “Remote working e mercato del lavoro globale: come trattenere i talenti nel settore ICT”, promosso dall’Università degli Studi di Udine. Un’occasione preziosa per dialogare con imprenditori, professionisti ed esperti sulle trasformazioni in atto e sulle opportunità per le imprese italiane.
Nel corso dell’evento tenutosi lo scorso 21 maggio, la professoressa Francesca Visintin e il professore Giancarlo Lauto del Dipartimento di scienze economiche e statistiche dell’università di Udine hanno presentato i risultati di una recente indagine condotta su un campione nazionale di 500 professionisti ICT. Alcuni spunti emersi fanno riflettere: lavorare all’estero non è un fine in sé, ma i livelli retributivi più elevati offerti da molti Paesi europei esercitano una forte attrazione sui talenti, soprattutto tra i più giovani.
Ma il salario non è tutto. Un dato interessante riguarda l’importanza delle condizioni lavorative: chi ha scelto di operare esclusivamente da remoto difficilmente tornerebbe a un modello d’ufficio tradizionale, anche a fronte di incrementi salariali rilevanti. La flessibilità e il clima organizzativo diventano quindi fattori chiave nella soddisfazione professionale.
Lo studio ha evidenziato anche come l’impatto di un aumento retributivo diminuisca oltre i 2500 euro netti mensili: superata questa soglia, entrano in gioco altri elementi di motivazione, tra cui l’autonomia, le opportunità di crescita e il senso di realizzazione personale. Un’indicazione preziosa per le imprese: non sempre serve rincorrere gli stipendi europei, ma è fondamentale ripensare cultura aziendale, leadership e modalità di lavoro.
Temi che sono stati approfonditi in una vivace tavola rotonda moderata da Paolo Coppola, con interventi da prospettive differenti. Il Direttore Francesco Contin (DITEDI) ha portato la voce del sistema innovazione del territorio, mentre Francesco Napoletano (fullremote.it) ha condiviso la visione di chi promuove modelli di lavoro completamente da remoto. Interessante anche la testimonianza di Rosalba Giuffrida, product manager di Miro, azienda internazionale con un DNA digitale, e di Enrico Puggioni, direttore HR di beanTech, che ha messo in luce le strategie concrete adottate per attrarre e fidelizzare i talenti.
In chiusura, l’interessante analisi della professoressa Anna Zilli sul piano giuslavoristico: il contesto normativo rappresenta, infatti, un ulteriore tassello da considerare nel disegno di politiche aziendali più aperte, inclusive e competitive.
Il messaggio finale è chiaro: lo sforzo per trattenere i talenti è alla portata delle imprese italiane, a patto che siano disposte ad ascoltare i bisogni emergenti dei professionisti digitali e a investire in modelli di lavoro più flessibili, sostenibili e motivanti.